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CBD e malattie della pelle: funziona davvero!

Le prime ricerche suggeriscono che il CBD, in futuro, potrebbe svolgere un ruolo nel trattamento dei disturbi della pelle. La molecola sembra ridurre l’infiammazione e ripristinare gli equilibri nei cicli cellulari della pelle. Continua a leggere per saperne di più. Il CBD può essere usato per nutrire la pelle e agire sul nostro organo più grande? Sembra probabile. Molte persone usano CBD per aiutarsi contro una varietà di condizioni interne, ma potrebbe anche essere utile applicato all’esterno del corpo. Studi scientifici suggeriscono che il CBD potrebbe aiutare a migliorare alcune comuni malattie della pelle, come acne, eczema e psoriasi. Anche se in fase preliminare, la ricerca offre una visione affascinante di come il CBD potrebbe trovare applicazione in futuro sotto forma di farmaco topico. Il CBD potrebbe aiutare la salute della pelle attraverso il sistema endocannabinoide (SEC). Anche altri cannabinoidi, come THC e CBN, producono i loro effetti attraverso questo meccanismo. Il sistema endocannabinoide si estende in tutto il corpo umano ed è costituito da tre componenti principali: recettori dei cannabinoidi, endocannabinoidi ed enzimi metabolici. I recettori CB1 e CB2 formano la parte recettoriale dell’equazione, che si trova su molti tipi di cellule. I recettori CB1 risiedono principalmente nel sistema nervoso, mentre i recettori CB2 si trovano principalmente in tutto il sistema immunitario. Il sistema endocannabinoide svolge un importante ruolo omeostatico: aiuta infatti il corpo umano a mantenere il suo equilibrio biologico modulando dolore, memoria emotiva, fame, metabolismo, neuroprotezione, plasticità neurale, sistema immunitario, infiammazione e persino sviluppo embriologico. Il CBD potrebbe aiutare a gestire l’acne riducendo la quantità di olio (sebo) prodotto dalla pelle. La ricerca attuale riguarda solo studi su linee cellulari, e solo i futuri studi clinici potranno determinare l’entità degli effetti sull’uomo. L’acne è una delle malattie cutanee più comuni, che colpisce circa 50 milioni di persone soltanto negli Stati Uniti. La patologia si presenta quando una sovrapproduzione di sebo blocca i pori e provoca la formazione di brufoli, pus e lesioni. Una ricerca pubblicata su The Journal of Clinical Investigation ha testato il CBD sulla funzione delle ghiandole sebacee umane, la struttura che produce sebo. Dopo aver somministrato il cannabinoide a pelle e sebociti umani in coltura, si è scoperto che il CBD risultava come agente sebostatico molto efficace. Il CBD ha anche dimostrato effetti antinfiammatori che potrebbero aiutare ad affrontare altri sintomi catalizzati dall’acne. Nel complesso, i ricercatori hanno affermato che gli effetti antiproliferativi, lipostatici ed antinfiammatori del CBD rendono il cannabinoide un “promettente agente terapeutico” nel trattamento dell’acne. Uno studio del 2018 ha dimostrato le proprietà antinfiammatorie del CBD in un modello sperimentale di dermatite allergica. I ricercatori hanno scoperto che il CBD riduce i livelli di proteine infiammatorie e aumenta i livelli dell’endocannabinoide anandamide. Altre ricerche hanno scoperto che il CBD potrebbe aumentare i livelli di anandamide bloccandone la ricaptazione nel recettore CB1. È interessante notare che l’anandamide riduce la risposta infiammatoria e promuove la normale funzione cutanea attraverso il sistema endocannabinoide. Il CBD potrebbe aiutare a gestire la psoriasi regolando la produzione di cellule della pelle. Altra condizione comune, la psoriasi accelera il ciclo di vita delle cellule della pelle. A sua volta, questo crea un accumulo di cellule sulla superficie della pelle che diventa pruriginoso e doloroso. I ricercatori suggeriscono che il sistema endocannabinoide potrebbe essere un bersaglio per il trattamento di questa malattia iperproliferativa della pelle. Uno studio pubblicato sul Journal of Dermatological Science suggerisce che il CBD potrebbe essere in grado di trattare la malattia anche in modo indipendente dal sistema endocannabinoide. I ricercatori hanno scoperto che anche il CBD, come altri cannabinoidi, inibisce la proliferazione delle cellule della pelle. Le molecole che bloccano i recettori dei cannabinoidi non sono però riuscite ad impedire questi effetti e questo ha suggerito ai ricercatori che il CBD esercita i suoi effetti anche attraverso altri canali. Gli scienziati hanno concluso che il CBD potrebbe svolgere un ruolo nel trattamento della psoriasi.