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La fitoterapia della scuola medica Salernitana || Canapette®️

La fitoterapia è la pratica che prevede l’utilizzo di piante per la cura delle malattie e per il mantenimento del benessere psicofisico. Essendo le piante le principali fornitrici di sostanze medicamentose accessibili all’uomo da sempre, il loro utilizzo terapeutico è il primo esempio di medicina popolare che troviamo nell’antichità. Pur seguendo gli stessi criteri scientifici della medicina ufficiale, la fitoterapia è oggi una branca della medicina non convenzionale, relegata nell’ambito delle “medicine alternative” a partire dagli anni ’60 – ’70. Si è perduta così una scuola millenaria di studio e di ricerca sulle erbe che aveva origini proprio nella Scuola Medica Salernitana, seguita oggi ancora da pochi nelle aree rurali del Cilento e della Calabria. Per recuperare questo patrimonio dalle potenzialità immense bisogna studiare la Scuola Medica Salernitana, non solo dal punto di vista storico come finora si è fatto, ma anche scientifico. Salerno e la sua Scuola Medica, protagonisti dello sviluppo culturale fiorito nel bacino del mediterraneo all’inizio dell’anno Mille, sono stati centro propulsivo della medicina per tutta l’Europa medievale tra l’XI e il XIV secolo, e punto d’incontro di culture diverse provenienti da tutto il mondo allora conosciuto: cultura latina, greca, ebraica ed araba. La prof.ssa Paola Capone del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, ci racconta come la Scuola Medica attraverso un processo di razionalizzazione seppe liberarsi di tutti gli elementi magico-esoterici propri delle società primitive precedenti, fino ad arrivare, grazie allo Studium inteso come “ricerca”, frutto della tradizione aristotelica della ricerca scientifica, ad essere definita “ars” nel senso di scienza. Salerno quindi faro nell’alto Medioevo della medicina, intesa come conoscenza e manipolazione del mondo vegetale. Dalla Mater Herbarum al Regimen Sanitatis Salernitanum, molti i manoscritti della tradizione medievale salernitana sulle erbe officinali che ci restituiscono trattati sulla classificazione e sull’esame delle qualità medicamentose delle piante che consentivano rimedi terapeutici. Studi sui segreti delle piante e delle erbe che la natura offriva per curare malattie e affanni quotidiani, gestire la sessualità e dare consigli sulla giusta dieta a tavola. Proprio quegli insegnamenti raccomandati dallo studium della scuola medica, oggi continuano ad essere studiati e quindi validi, nel settore della moderna medicina, botanico e farmaceutico. Disegnare il cammino degli scritti salernitani sui “semplici” e sulle loro applicazioni terapeutiche, vuol dire non solo incontrare la cultura botanica sviluppatasi a Salerno, ma anche delineare un quadro esaustivo di una parte della storia della medicina. In essi, infatti, confluiscono tutte le conoscenze della materia medica greca, romana, ebraica ed araba. La “leggenda dell’origine della scuola” è metafora di questo scambio di studi medici tra culture e della loro fusione, che si riconosce nella millenaria ricerca scientifica filosofica mediterranea: leggenda che vuole la nascita della medicina dall’incontro di 4 personaggi provenienti da paesi diversi del bacino del Mediterraneo – il salernitano Salernus, il greco Pontus, l’arabo Adela e l’ebreo Helinus – tutti esperti sul mondo vegetale e portatore ognuno di uno studio delle piante diverso, confluito poi nella unica cultura medica riconosciuta nel Medioevo – quella salernitana appunto – basata su nuovi fondamenti epistemologici emancipatisi dal rito e dalla magia. A Salerno, nella seconda metà del XIV secolo, nasce il primo giardino botanico del mondo per opera di Matteo Silvatico, medico italiano che operò nell’ambito della Scuola Salernitana: il Giardino della Minerva. È un fatto nuovo nella storia delle erbe per “i semplici”, raccolti per la prima volta in un “contenitore scientifico” per lo studio e l’impiego medico-terapeutico delle erbe. Questo fatto apre la strada alla tradizione degli orti botanici universitari nel resto d’Italia (come Padova, Pisa, Firenze, Pavia, Bologna e di quelli che seguiranno) e d’Europa. Con il giardino dei semplici della Minerva di Salerno, il primo in Europa, il Silvatico fa un’analisi dettagliata di 487 piante catalogate con criteri scientifici moderni, perfezionando l’antico metodo di classificazione basato sulla “dottrina umorale” e assegnando così al giardino il ruolo di moderno orto botanico come luogo didattico e di sperimentazione. Questo minuzioso studio e la classificazione delle piante medicinali nel giardino è stato poi tradotto e conservato in un complesso di norme: il Regimen Sanitatis Salernitanum. Il Regimen è il testo medico più noto dell’Alto Medioevo, che descrive i dettami dell’antica scuola medica salernitana, basati sulla teorie di Ippocrate e Galileo e su studi clinici, ossia tutti quei precetti terapeutici sperimentati a Salerno e offerti a tutto il mondo su come attenuare l’angoscia della malattia e della morte; norme igieniche per la vita quotidiana; proprietà degli alimenti e rimedi vegetali e la loro azione terapeutica.